Perché a 76 anni continuo a lanciarmi dagli aerei

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Volare significa tutto per Gian Paolo Longoni. Quando è possibile, si libra nell’aria... con il suo aeroplano, con il paracadute o con la wingsuit. Eppure il nostro ha raggiunto l’età di pensionamento già da tempo.

Sono passati dieci anni da quando Gian Paolo Longoni ha indossato per la prima volta una tuta alare (wingsuit). Allora si era deciso a frequentare un corso: aveva 66 anni. Non se ne è mai pentito. Al contrario! «Quando si sta volando, si ha un’altra prospettiva. Le preoccupazioni quotidiane scompaiono», racconta l’italiano, che ha già fatto oltre 3 800 salti con il paracadute. E per ora non pensa neanche lontanamente di smettere. «Devo volare. Costi quel che costi.»

La passione del settantaseienne per l’alta quota però non nasce con la wingsuit. Dal 1986, infatti, ha un brevetto aereo. Non appena possibile, si libra in volo con il suo ultraleggero, una riproduzione di un Fokker, aereo impiegato durante la Prima Guerra Mondiale. Inoltre, quando era più giovane, aveva superato anche gli esami e ottenuto i brevetti per lanciarsi col paracadute. Se possibile, Gian Paolo Longoni vola ogni fine settimana... perché, come lui afferma, «Volare è la cosa più bella che si possa fare».